Tamikrest (Mali)
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7 agosto 2022
IL MIGLIOR BLUES DEL SAHARA
IL SUONO DEL SOGNO DEI TUAREG. MUSICA DI SFIDA, DI SPERANZA. È IL ROCK’N’ROLL DEL SAHARA.
“Tamikrest” in lingua tamasheq significa congiunzione, connessione, nodo, coalizione. I membri del gruppo provengono da diversi orizzonti (Mali, Niger, Algeria e Francia) e hanno trovato nella musica Ishumar, il mezzo per esprimere la loro sentita identità Tuareg: un tributo condito con influenze rock moderne. I testi parlano del desiderio senza fine di un mondo libero. Attraverso il messaggio che le loro canzoni portano con sé, i Tamikrest vogliono rendere la poesia e la cultura tamasheq accessibili agli abitanti di un mondo che è ancora più grande dell’immensità del deserto sahariano.
“Un deserto ci ospita, una lingua ci unisce, una cultura ci lega”.
La storia inizia a Kidal, capitale dell’ottava regione del Mali, dove tutt’intorno il deserto si estende in ogni direzione: secchi, aridi e interminabili orizzonti di sabbia e rocce. Questa è la parte sudoccidentale del Sahara, la casa dei Tuareg, e la città di Kidal è uno dei centri culturali principali. Campo di battaglia, conquistata e riconquistata, rimane il simbolo dell’audacia e della speranza Tuareg, la casa spirituale di gente senza radici. Qui, decisero di unirsi per la prima volta come gruppo.
Gran parte dei componenti del gruppo prende parte alla guerra per l’autonomia del popolo tuareg, iniziata negli anni ‘90, e alcuni loro familiari e conoscenti perdono la vita proprio durante questo conflitto. Nel 2006 decidono di deporre le armi ed usare la musica come mezzo di comunicazione non violento. Iniziano suonando principalmente musica tradizionale. Ma presto entrano in contatto, grazie ad internet, con artisti rock e blues che contribuiscono fortemente a plasmare la loro musica.
Il loro ultimo album, uscito nel 2020 è una dichiarazione rock and roll vivida e irrefrenabile. Ritornano alle loro origini, entusiasmanti, coinvolgenti, psichedelici, con un album tra i più potenti dei loro che rivela come la band non solo abbia alzato il volume, ma affinato le atmosfere meditative e considerazioni sullo stato del Sahara e il mondo al di là di esso.